Notizie storiche

Ultima modifica 15 luglio 2019

E' plausibile che il susseguirsi degli insediamenti nel nostro territorio rispecchi quello generale verificatosi in area padana ed in Lomellina in particolare.
E' cioè verosimile che, nell'area circostante Garlasco, su un primo stanziamento ligure si sia successivamente innestato un ceppo celtico-gallico, cui subentrò quindi la dominazione romana.
Anche Garlasco subì lo sconvolgimento provocato dalle invasioni barbariche, con il lungo predominio longobardo a partire dalla seconda metà del VI secolo, cui seguì l'egemonia franca dall'ultimo quarto del secolo VIII.
L'avvicendarsi di queste dominazioni non è confortato da fonti documentarie, ma da importanti e recenti rinvenimenti archeologici.
Il primo documento che faccia riferimento a Garlasco si colloca invece nel 909; si tratta del diploma con cui Berengario I donò ad Ageverto, arciprete di S. Giovanni in Domnarum in Pavia, molti possedimenti della nostra città. Segue il diploma datato 981, con cui l'imperatore Ottone II assegnò Garlasco e tutto il territorio circostante al monastero di San Salvatore di Pavia.
Nei secoli successivi il borgo fu al centro di numerose contese territoriali fra milanesi e pavesi, durante le quali esso venne attaccato, quale imprescindibile roccaforte della strategia militare pavese (propugnaculum Papiae) e più volte devastato.
Garlasco subì l'avvicendarsi di diversi predomini dell'uno e dell'altro schieramento.
Le famiglie pavesi dei Beccaria e dei Langosco ressero con alterne vicende la città, ripetutamente spodestate dalla dominazione viscontea e dall'effimera ma violenta presenza del marchese di Monferrato, il quale fu responsabile della distruzione del castello e delle fortificazioni cittadine nel 1369.
Nel 1436 il borgo, in possesso dei Visconti, fu dato in feudo alla nobile famiglia dei Castiglioni, che manterrà la reggenza fino al 1797.
La caduta della signoria dei Castiglioni fu determinata dai rivolgimenti politici che sconvolsero l'Italia alla fine del XVIII secolo, collegati all'avvento della dominazione napoleonica.

Entro la ripartizione amministrativa del nuovo governo, Garlasco ebbe il rilevante ruolo di cantone, accorpando diversi comuni. Quindi, con la fine del Regno di Italia, la città - come i territori lombardi al di qua del Ticino - non subì la "restaurata" dominazione austriaca, ma divenne parte del regno sardo-piemontese. Assunse pertanto l'ufficio di mandamento - che dipendeva dalla provincia di Vigevano - amministrando i tre comuni di Tromello, Borgo San Siro e Parasacco.
Successivamente, dopo che gli austriaci furono allontanati dal resto della Lombardia, Garlasco tornò a far parte del territorio pavese, in concomitanza con la creazione della provincia di Pavia.
Da questo momento in poi la città intrecciò le sue vicende storiche a quelle del resto della Penisola.